Joe comincia a giocare a diciassette anni con un salario di 250 dollari al mese. Lui stesso ha modo di dichiarare: "
mettere a segno una battuta vincente, diventa più importante di mangiare, bere o dormire". Nel 1934 sembra quasi che la sua carriera sia arrivata al capolinea, quando si rompe i legamenti del ginocchio sinistro mentre scende da un autobus per andare a cena da una delle sorelle.
Nonostante l'incidente, il talent scout dei New York Yankees è convinto che Joe DiMaggio possa rimettersi dall'infortunio e dimostrare sul campo il suo talento. Dopo aver superato un test al ginocchio, ottiene un contratto di 25 mila dollari; siamo nel 1936. Quando finalmente compare sul campo degli Yankees lo accolgono 25 mila bandiere tricolore issate dai suoi connazionali italo-americani.
Il grande successo presso il pubblico di tifosi gli procura una serie di affettuosi soprannomi tra cui "Joltin Joe", per l'estrema potenza delle sue battute, e "The Yankee Clipper". Quest'ultimo nomignolo gli viene affibbiato dal commentatore sportivo Arch Mc Donald nel 1939 per la velocità delle sue battute, paragonate al nuovo aereo della Pan American Airlines. Joe DiMaggio ricambia l'affetto dei tifosi facendo vincere agli Yankees ben nove titoli in tredici anni. La sua maglia con il numero nove, poi sostituito con il cinque, diventa quella più desiderata da tutti i ragazzini americani, e Joe accumula record sportivi su record sportivi.
Nel gennaio del 1937 incontra l'attrice Dorothy Arnold sul set del film "Manhattan Merry go round", in cui Joe ha una piccola parte. I due si sposano nel 1939 ed hanno un figlio: Joseph Paul III.
DiMaggio continua a giocare fino all'età di 36 anni, sempre e solo con gli Yankees. Dopo aver lasciato la carriera agonistica, torna a far parte del mondo del baseball come allenatore degli Oakland Athletics.
Nel 1969 viene definito "Il più grande giocatore di baseball vivente", titolo vinto a seguito di un maxi sondaggio popolare che rende omaggio ai suoi record sportivi: in tutta la sua carriera Joe ha totalizzato ben 2.214 colpi vincenti!
La sua vita privata, come quella sportiva, catalizza l'attenzione del pubblico soprattutto dopo l'incontro con
Marilyn Monroe, che pare inizialmente si rifiuti persino di incontrare il grande campione. I due però finiscono per incontrarsi nel 1954 nella San Francisco City Hall, ed è subito amore. Il matrimonio purtroppo dura solo nove mesi. La causa dei continui litigi pare sia la scarsa comprensione di Joe per il tipo di lavoro di Marilyn, e le continue gelosie provocate dallo stile di vita dell'attrice. La goccia che fa traboccare il vaso è la famosa scena del film "Quando la moglie è in vacanza" di
Billy Wilder, in cui Marilyn assiste impotente al sollevarsi della sua gonna fino al di sopra del ginocchio.
Dopo la rottura con
Marilyn Monroe, vengono attribuite all'ex giocatore di baseball una serie di fidanzate, e più volte i giornali di cronaca rosa ne annunciano le nozze. Nel 1957 si rumoreggia che Joe stia per sposare la bella Miss America, Marian Mcknight; in realtà non si sposerà mai più, rimanendo profondamente legato a Marilyn, e rientrando di fatto nella sua vita dopo la fine del matrimonio dell'attrice con il commediografo
Arthur Miller.
E' Joe DiMaggio ad assicurarsi delle dimissione di Marilyn da una clinica psichiatrica nel 1961. Marilyn lo raggiunge così in Florida. I due si dichiarano semplicemente amici, anche se i pettegolezzi riguardo un loro nuovo matrimonio si diffondono subito.
E' proprio il figlio di Joe a parlare a telefono con Marilyn la sera del suo suicidio, e a riferire che l'attrice gli sia parsa tranquilla. Durante il funerale dell'attrice il grande campione le confessa ancora una volta il suo amore e comincia ad inviare tutti i giorni sulla sua tomba sei rose rosse; conserverà questa romantica abitudine fino alla data della sua morte.
Nel 1998 Joe DiMaggio viene ricoverato per un cancro ai polmoni e rimane in ospedale per una lunghissima degenza, che dura ben 99 giorni: muore il 9 marzo del 1999, all'età di 84 anni.
Aforismi di Joe DiMaggio
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Una persona, uomo o donna che sia, che dà sempre il meglio di sé, diventa un leader naturale, anche solo con l'esempio. »
«
C'è sempre qualche ragazzo che potrebbe venire a vedermi giocare per la prima volta. Per lui io devo dare il meglio di me. »
«
Quando il baseball non sarà più divertente, non sarà più da considerarsi un gioco. »
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