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Wednesday, July 28, 2010

Un mix di tre anticorpi contro l’Aids Funziona sul 91% dei ceppi di Hiv


Sono stati isolati nel sangue di un malato, ma sono presenti nel sangue di molte persone che hanno contratto il virus. La scoperta, pubblicata su Scienze, potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci per la cura della malattia

di Sara Ficocelli
Sono stati identificati tre nuovi anticorpi che riescono a neutralizzare fino al 91% dei ceppi di Hiv: la scoperta, pubblicata questa settimana su Science da un gruppo di ricerca guidato da Xueling Wu dell'Istituto Nazionale della Sanità (Nih) degli Stati Uniti, potrebbe, secondo gli autori, aiutare a sviluppare efficaci vaccini contro il virus, nonché nuove cure per combattere l'Aids.

I tre anticorpi, chiamati VRC01, VRC02, VRC03, non hanno tutti la stessa efficacia: solo i primi due riescono a contrastare il 91% dei ceppi di Hiv-1, mentre il terzo ne contrasta il 57%. Tutti e tre sono stati isolati nel sangue di una persona infettata dal virus ma secondo i ricercatori sono presenti in quello di molti altri pazienti. Il segreto dell'efficacia dei due anticorpi più potenti, VRC01 e VRC02, è in un nuovo dispositivo molecolare usato da queste due proteine.

Analizzando la struttura dell'anticorpo VRC01 mentre era legata al virus, un altro gruppo di ricerca coordinato da Tongqing Zhou sempre del Nih ha anche scoperto che l'anticorpo riesce a neutralizzare il 91% dei ceppi di Hiv perché attacca un’area del virus comune a tutti questi ceppi.

"Queste scoperte rappresentano importanti passi in avanti per la ricerca e ci aiuteranno ad accelerare gli studi per prevenire l'Hiv su scala globale" ha osservato Anthony Fauci, direttore dell'Istituto di allergie e malattie infettive del Nih. "Inoltre - ha aggiunto - la tecnica usata dai ricercatori per identificare questi nuovi anticorpi costituisce una nuova strategia che potrebbe essere applicata per la progettazione di vaccini per molte altre malattie infettive".

“Si tratta di una scoperta importante – spiega il professor Fernando Aiuti, docente di Medicina interna e professore emerito della Sapienza Università di Roma – perché sono stati identificati tre nuovi anticorpi: questo studio è la conseguenza di una ricerca sul virus dell’Hiv che va avanti da 15 anni. Ma da qui a parlare di vaccino la strada è lunga”.

Aiuti spiega che un conto è parlare di blocco neutrale e un altro è parlare di guarigione. Il fatto che il virus possa essere bloccato in vitro non significa che poi si riesca a trovare un vaccino. “E poi, anche se fosse – continua – ci vorrebbe 1 anno per prepararlo, 2 per testarlo sugli animali e 3 per testarlo sull’uomo: insomma, non se ne parla prima di un 5-6 anni”. Il professore precisa che purtroppo questo molte persone non lo sanno (“il 22% degli italiani crede che il vaccino esista già: è per questo che molti non si proteggono più”) e che è quindi opportuno non diffondere false speranze.

“Senza contare – conclude – che questi anticorpi potrebbero non sopravvivere, una volta iniettati, all’interno delle mucose vaginali o del sangue. Si tratta di fattori che vanno ancora tutti verificati”. Resta però il fatto che questi tre anticorpi hanno effettivamente la capacità di colpire le varianti comuni ad alcuni ceppi virali dell’Hiv, che sono in tutto cinque, e questa secondo l’esperto è senz’altro una buona notizia. Repubblica.it