Monday, November 29, 2010
Cesare Dandini: Sagrada Familia nel Museo dell'Hermitage
La pedonalizzazione del Tridente: Tra piazza del Popolo, via del Babuino e Ripetta
Giovedì 25 novembre il Sindaco, Gianni Alemanno, ha presentato ai cittadini il progetto di pedonalizzazione del Tridente.
Sono intervenuti l'assessore all'Urbanistica, Marco Corsini, l'assessore alla Mobilità, Sergio Marchi, il delegato per il Centro Storico Dino Gasperini, il delegato del Sindaco per i parcheggi e presidente della Commisione Mobilità, Antonello Aurigemma, il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro, il direttore regionale dei Beni culturali del Lazio, Federica Galloni.
"Il Tridente sarà la vetrina del centro storico", ha detto il sindaco Gianni Alemanno presentando pubblicamente all'Ara Pacis il piano di pedonalizzazione del "Tridente mediceo" tra piazza del Popolo, via del Babuino e Ripetta. Un' "isola ambientale" con strade pedonali, parcheggi ampliati, mezzi di trasporto elettrici. Scarica qui le slide con l'intero progetto, inquadrato nel contesto del piano mobilità per il centro (nelle slide, il piano per il Tridente comincia a pagina 31).
Due le fasi di attuazione del piano: nella prima diverrà pedonale via del Corso con le strade trasversali e sarà aperto il parcheggio di piazza Cavour; nella seconda andranno di pari passo l'ampliamento del parcheggio di Villa Borghese, la costruzione di quello dell'Ara Pacis e la trasformazione in isola pedonale di piazza Augusto Imperatore, via di Ripetta e delle traverse tra quest'ultima e la Passeggiata di Ripetta.
La pedonalizzazione sarà dunque graduale. A regime, nel Tridente entreranno solo, oltre alle auto di residenti e autorizzati, i mezzi per il carico e scarico merci (fino alle 11) e i veicoli elettrici (minibus Atac e mezzi privati). Previsto un forte impulso al car sharing, al bike sharing e al corrispettivo per il trasporto commerciale, il "van sharing".
dal Comune di Roma
www.comune.roma.it
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Wednesday, July 28, 2010
Bikini e fascino latino, bellezze in passerella a Medellin
Bikini e fascino latino, bellezze in passerella a Medellin
Si chiama "Colombia Moda", si svolge nella città di Medellin, ed è una kermesse all'insegna del fashion locale. Con un occhio di riguardo all'abbigliamento da mare: ecco allora sfilare, in tutto il loro fascino tipicamente latino, modelle in bikini o pezzo intero.Bikini e fascino latino, bellezze in passerella a Medellin
Si chiama "Colombia Moda", si svolge nella città di Medellin, ed è una kermesse all'insegna del fashion locale. Con un occhio di riguardo all'abbigliamento da mare: ecco allora sfilare, in tutto il loro fascino tipicamente latino, modelle in bikini o pezzo interoBikini e fascino latino, bellezze in passerella a Medellin
Si chiama "Colombia Moda", si svolge nella città di Medellin, ed è una kermesse all'insegna del fashion locale. Con un occhio di riguardo all'abbigliamento da mare: ecco allora sfilare, in tutto il loro fascino tipicamente latino, modelle in bikini o pezzo interoBikini e fascino latino, bellezze in passerella a Medellin
Si chiama "Colombia Moda", si svolge nella città di Medellin, ed è una kermesse all'insegna del fashion locale. Con un occhio di riguardo all'abbigliamento da mare: ecco allora sfilare, in tutto il loro fascino tipicamente latino, modelle in bikini o pezzo interoUn mix di tre anticorpi contro l’Aids Funziona sul 91% dei ceppi di Hiv
Sono stati isolati nel sangue di un malato, ma sono presenti nel sangue di molte persone che hanno contratto il virus. La scoperta, pubblicata su Scienze, potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci per la cura della malattia
di Sara FicocelliI tre anticorpi, chiamati VRC01, VRC02, VRC03, non hanno tutti la stessa efficacia: solo i primi due riescono a contrastare il 91% dei ceppi di Hiv-1, mentre il terzo ne contrasta il 57%. Tutti e tre sono stati isolati nel sangue di una persona infettata dal virus ma secondo i ricercatori sono presenti in quello di molti altri pazienti. Il segreto dell'efficacia dei due anticorpi più potenti, VRC01 e VRC02, è in un nuovo dispositivo molecolare usato da queste due proteine.
Analizzando la struttura dell'anticorpo VRC01 mentre era legata al virus, un altro gruppo di ricerca coordinato da Tongqing Zhou sempre del Nih ha anche scoperto che l'anticorpo riesce a neutralizzare il 91% dei ceppi di Hiv perché attacca un’area del virus comune a tutti questi ceppi.
"Queste scoperte rappresentano importanti passi in avanti per la ricerca e ci aiuteranno ad accelerare gli studi per prevenire l'Hiv su scala globale" ha osservato Anthony Fauci, direttore dell'Istituto di allergie e malattie infettive del Nih. "Inoltre - ha aggiunto - la tecnica usata dai ricercatori per identificare questi nuovi anticorpi costituisce una nuova strategia che potrebbe essere applicata per la progettazione di vaccini per molte altre malattie infettive".
“Si tratta di una scoperta importante – spiega il professor Fernando Aiuti, docente di Medicina interna e professore emerito della Sapienza Università di Roma – perché sono stati identificati tre nuovi anticorpi: questo studio è la conseguenza di una ricerca sul virus dell’Hiv che va avanti da 15 anni. Ma da qui a parlare di vaccino la strada è lunga”.
Aiuti spiega che un conto è parlare di blocco neutrale e un altro è parlare di guarigione. Il fatto che il virus possa essere bloccato in vitro non significa che poi si riesca a trovare un vaccino. “E poi, anche se fosse – continua – ci vorrebbe 1 anno per prepararlo, 2 per testarlo sugli animali e 3 per testarlo sull’uomo: insomma, non se ne parla prima di un 5-6 anni”. Il professore precisa che purtroppo questo molte persone non lo sanno (“il 22% degli italiani crede che il vaccino esista già: è per questo che molti non si proteggono più”) e che è quindi opportuno non diffondere false speranze.
“Senza contare – conclude – che questi anticorpi potrebbero non sopravvivere, una volta iniettati, all’interno delle mucose vaginali o del sangue. Si tratta di fattori che vanno ancora tutti verificati”. Resta però il fatto che questi tre anticorpi hanno effettivamente la capacità di colpire le varianti comuni ad alcuni ceppi virali dell’Hiv, che sono in tutto cinque, e questa secondo l’esperto è senz’altro una buona notizia. Repubblica.it
TECNOLOGIA MEDICA: Il robot-spia naviga nell'intestino e ora potrà anche portare le cure
In arrivo la nuova generazione di video-capsule per endoscopia, compresa l"Ikea" che si ingoia in pezzi e si assembla nello stomaco. Saranno telecomandate, avranno "arti" per il prelievo di tessuti e strumenti per rilasciare il farmaco nelle parti malate. L'annuncio dalla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa
di MARIARITA MONTEBELLIEd ecco l’annuncio su Scientific American 1, ad opera di Paolo Dario e Arianna Menciassi, professori di robotica biomedica presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dell’arrivo prossimo venturo delle videocapsule di nuova generazione, con tanto di ‘zampe’, zoom e strumenti vari, guidate da telecomando wifi. Studiati per ora negli animali, i minirobot potrebbero essere presto pronti per le applicazioni umane. Il vantaggio, rispetto al transito ‘passivo’ della videocapsula, è che possono essere guidati fino a esplorare esattamente le aree che interessano il medico. Un po’ come quelle sonde inviate su Marte a raccogliere campioni di terreno, questi robottini ‘da interni’ potrebbero essere usati anche per prelevare frammenti di intestino malato, aiutando così i medici a scovare i tumori più nascosti e a dare un nome alle infiammazioni più misteriose. Ma anche essere inviati in missione di soccorso, ad esempio per rilasciare farmaci cura-ulcera o per tamponare emorragie.
Ma se la fantasia fa presto a volare lontano, la realtà si scontra con una serie di ostacoli che richiedono miracoli di tecnologia avanzata, da contenere in un aggeggio non più grande di un pesciolino di liquirizia. In particolare, le immagini inviate dal robot devono essere molto fedeli e trasmesse ad alta velocità, praticamente in tempo reale. Naturalmente poi le ‘batterie’ dei mini-robot devono durare almeno le 12 ore necessarie a completare il viaggio al centro dell’intestino, illuminandone anche gli angoli più reconditi, e assicurare l’energia necessaria a far muovere le minuscole 'zampette' per i tanti compiti che il ‘grande fratello’ chirurgo gli chiede di eseguire dall’esterno.
Non basta. Si è già a un passo dall’ultima frontiera, il robot ‘IKEA’, quello in grado di auto-assemblarsi all’interno del corpo. L’idea è quella di far inghiottire al paziente 10-15 capsule, ognuna delle quale contiene un componente miniaturizzato (es. videocamera, pinzette per biopsie, mini-bisturi, mini-cucitrici) con un paio di magneti alle estremità. Una volta all’interno dello stomaco, ben riempito d’acqua, i componenti vengono assemblati nella configurazione desiderata, guidati dalla forza invisibile di campi magnetici applicati dall’esterno, per poi procedere a veri e propri interventi chirurgici robotizzati e miniaturizzati, senza bisogno di fare neppure un buco nella pancia. Una volta completata la procedura chirurgica, il ‘braccio’ meccanico può essere smontato ed espulso a pezzetti dall’intestino.
Traguardi di una fantascienza ormai a portata di sala operatoria, grazie al lavoro di 18 gruppi di ricerca europei consorziati con il coreano Intelligent Microsystem Center (IMC), che rappresentano la risposta europea alla videocapsula ‘passiva’ israeliana, utilizzata nella pratica clinica da un decennio. Lo stesso Paolo Dario, dell'Univeristà di Pisa, ha inventato negli anni ’90 il primo robot da colonscopia dotato di auto-propulsore ed ha condotto studi pionieristici sulle video capsule robotiche wireless, in collaborazione con altri ricercatori europei e con i coreani di Microsystems Center. Arianna Menciassi è invece specializzata nella microingegneria applicata alle terapie minimamente invasive e in nanotecnologia medica. Ai ricercatori del Sant’Anna di Pisa è stato tra l’altro affidato il coordinamento scientifico e tecnico del progetto internazionale Vector (Versatile endoscopic capsule for gastrointestinal tumOr recognition and therapy). Repubblica.it