Wednesday, January 11, 2012

Cinesi uccisi a Roma: Migliaia di cittadini in strada, “basta violenza”

Cinesi uccisi a Roma: migliaia in strada, 'basta violenza'

La Cina di Roma è emersa come un fiume carsico chiedendo giustizia per Zhou Zheng e Joy e più sicurezza per tutti. Migliaia di cinesi - oltre diecimila secondo gli organizzatori - hanno sfilato dal centro alla periferia della capitale per ricordare il giovane padre e la figlia di appena nove mesi uccisi in una rapina una settimana fa. Da piazza Vittorio, cuore della Chinatown romana, a Topignattara, il luogo del delitto, fin sotto il palazzo della periferia est dove la famiglia di commercianti cinesi abitava e dove è stata distrutta da due banditi ancora latitanti. Una manifestazione senza precedenti e ordinata, a cui hanno partecipato anche centinaia di romani e di immigrati di altri Paesi, che in gran parte si sono uniti dopo una fiaccolata a Torpignattara. 'Vogliamo piu' sicurezza, vogliamo giustizià, hanno urlato senza sosta in cinese - poche volte in italiano - i manifestanti, specie i tanti giovani della comunità. Drappi neri e bianchi nelle prime file riproponevano gli stessi slogan, con in più un 'No alla violenza'. Molti partecipanti portavano fiori bianchi e gialli, candele o un fazzoletto al braccio. In testa al corteo alcuni parenti delle vittime, tra cui il fratello di Zhou, tenevano tra le mani grandi foto del 31enne ucciso e della figlioletta. All'arrivo in via Giovannoli, dove é avvenuto il massacro, una cognata del commerciante assassinato si è gettata disperata sui mazzi di fiori, in una calca di fotografi e telecamere. Altri familiari piangevano a dirotto.
La manifestazione ha attraversato la nuova Roma multietnica, dall'Esquilino ormai enclave cinese al Pigneto molto nordafricano, contiguo a 'Torpigna', come lo chiamano i romani. "Basta, abbiamo sofferto troppo - dice Lingli Yang, 27 anni, da 13 in Italia -. Ci prendono sempre di mira perché pensano che siamo tutti ricchi, ma non è così. E chi sta bene ha lavorato tanto". "Non ne possiamo più, subiamo furti e rapine e molti non denunciano perché ci sono troppe difficoltà - afferma Antonio Dong, 40 anni, erborista". "Sono orgogliosa della mia gente", dice la portavoce della comunità cinese, Lucia King. C'é anche Rita Pozzato, madre di Vanessa Russo, uccisa nel 2007 con la punta d'ombrello da una ragazza romena durante una lite nel metrò: "C'é troppa violenza e poca giustizia", lamenta. Tra i politici il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che dice "Non deve mai più accadere". Per il Campidoglio il delegato alla sicurezza Giorgio Ciardi; è rappresentata anche la Provincia, oltre a esponenti locali di tutti i partiti. In piazza Vittorio i negozi per una volta hanno chiuso dopo pranzo. Le serrande abbassate a lutto sono la voce forte di Chinatown.

Saturday, December 24, 2011

Auguri di Buon Natale in tutte le lingue e/o "Buon Natale" in diverse lingue

Ucraino - Srozhdestvom Kristovym.
Spagnolo - Feliz Navidad.

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Croato - Sretan Bozic.
Tedesco - Froehliche Weihnachten.
Latino - Natale hilare et Annum Faustum.
Cinese - (Cantonese) Gun Tso Sun Tan'Gung Haw.
Ceco - Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Serbo - Hristos se rodi.
Inglese - Merry Christmas.
Polacco - Wesolych Swiat Bozego Narodzenia o Boze Narodzenie.
Danese - Glaeligdelig Jul.
Francese - Joyeux Noel.
Giapponese - Shinnen omedeto. Kurisumasu Omedeto.
Ebraico - Mo'adim Lesimkha. Chena tova.
Finnico - Hyvaa joulua.
Romeno - Sa'rba'tori Fericite.
Arabo - Idah Saidan Wa Sanah Jadidah.
Bulgaro - Tchestita Koleda.

Tuesday, December 20, 2011

Bellissimi Auguri di BUON NATALE, di Ilaria Taglieri

Penso che a Natale i regali non contino. Non importa cosa doni, il pacchetto in sé ma importa cosa auguri. Cosa speri. Se ci speri soprattutto ancora, in qualcosa.
Conta se sei in grado di emozionarti nonostante il passare del tempo, per ogni minima e piccola cosa.
Conta se sei ancora capace di versare una lacrima, ridendo o piangendo.
Conta se hai ancora la voglia di vivere che ti scorre insieme ...al tuo sangue.
Contano i brividi che partoriscono e fioriscono sulla pelle.
Conta se hai ancora lo stupore d'un bimbo alla scoperta del mondo; se hai ancora voglia di vedere mille, magnifici soli sorgere e tramontare.
Conta se hai voglia di navigare mari sconosciuti e nuotare in acque straniere.
Conta se trovi nel dolore la forza di reagire.
Se hai il coraggio di voltare pagina, spiegare le tue ali e toccare il cielo.
Se nel buio d'ogni attimo, sei capace di vedere anche la più flebile delle luci.
Se stringi ancora i denti per trionfare, emozionato.
Se da ogni avversità, trai la bellezza di combattere per la vita.
Conta se dai ancora peso ad un abbraccio, ad una carezza, ad un bacio.
Se chiedi in prestito le braccia d'un amore per proteggerti dalle tempeste e gli occhi del tuo angelo per perderti nel suo immenso.
Conta se hai ancora la voglia, il coraggio, la forza d'amare ma soprattutto d'amarti.
Conta se hai ancora il coraggio di soffrire ancora, di avere lividi sul cuore e cicatrici che saranno a prova d'eterno.
Conta se vuoi ancora viverti la vita e accettarla per quell'oceano di gioie e dolori che è.
Conta se vuoi sentirti ancora esplodere il cuore dentro il petto dalle emozioni.
Conta che tu sia onesto, con te stesso e con gli altri. Che tu sia felice.
Non importa dove, quando, come e con chi. Conta che tu lo sia e basta.

Ilaria Taglieri

Buon Natale | Ilaria Taglieri

Thursday, November 24, 2011

Una biografia al giorno: Joe DiMaggio (Giuseppe Paolo DiMaggio),"Nello star system con passione"

Joe DiMaggio, il cui vero nome è Giuseppe Paolo DiMaggio, nasce il 24 novembre del 1914 nel villaggio di pescatori di Martinez, in California (Usa). I suoi genitori sono immigrati italiani provenienti da Isola delle femmine, Palermo, e Joe cresce in una famiglia piuttosto numerosa: divide la piccola casa composta da sole quattro stanze con quattro fratelli e quattro sorelle. A causa delle difficili condizioni economiche della famiglia, Joe è costretto ad aiutare il padre e i fratelli che gestiscono un'attività di pesca. Ma fare il pescatore non gli piace affatto, così approfitta dell'occasione offertagli da uno dei suoi fratelli, Vince, che lo raccomanda al dirigente della squadra di baseball dove lui stesso gioca.
Joe comincia a giocare a diciassette anni con un salario di 250 dollari al mese. Lui stesso ha modo di dichiarare: "
mettere a segno una battuta vincente, diventa più importante di mangiare, bere o dormire". Nel 1934 sembra quasi che la sua carriera sia arrivata al capolinea, quando si rompe i legamenti del ginocchio sinistro mentre scende da un autobus per andare a cena da una delle sorelle.
Nonostante l'incidente, il talent scout dei New York Yankees è convinto che Joe DiMaggio possa rimettersi dall'infortunio e dimostrare sul campo il suo talento. Dopo aver superato un test al ginocchio, ottiene un contratto di 25 mila dollari; siamo nel 1936. Quando finalmente compare sul campo degli Yankees lo accolgono 25 mila bandiere tricolore issate dai suoi connazionali italo-americani.
Il grande successo presso il pubblico di tifosi gli procura una serie di affettuosi soprannomi tra cui "Joltin Joe", per l'estrema potenza delle sue battute, e "The Yankee Clipper". Quest'ultimo nomignolo gli viene affibbiato dal commentatore sportivo Arch Mc Donald nel 1939 per la velocità delle sue battute, paragonate al nuovo aereo della Pan American Airlines. Joe DiMaggio ricambia l'affetto dei tifosi facendo vincere agli Yankees ben nove titoli in tredici anni. La sua maglia con il numero nove, poi sostituito con il cinque, diventa quella più desiderata da tutti i ragazzini americani, e Joe accumula record sportivi su record sportivi.
Nel gennaio del 1937 incontra l'attrice Dorothy Arnold sul set del film "Manhattan Merry go round", in cui Joe ha una piccola parte. I due si sposano nel 1939 ed hanno un figlio: Joseph Paul III.
DiMaggio continua a giocare fino all'età di 36 anni, sempre e solo con gli Yankees. Dopo aver lasciato la carriera agonistica, torna a far parte del mondo del baseball come allenatore degli Oakland Athletics.
Nel 1969 viene definito "Il più grande giocatore di baseball vivente", titolo vinto a seguito di un maxi sondaggio popolare che rende omaggio ai suoi record sportivi: in tutta la sua carriera Joe ha totalizzato ben 2.214 colpi vincenti!
La sua vita privata, come quella sportiva, catalizza l'attenzione del pubblico soprattutto dopo l'incontro con
Marilyn Monroe, che pare inizialmente si rifiuti persino di incontrare il grande campione. I due però finiscono per incontrarsi nel 1954 nella San Francisco City Hall, ed è subito amore. Il matrimonio purtroppo dura solo nove mesi. La causa dei continui litigi pare sia la scarsa comprensione di Joe per il tipo di lavoro di Marilyn, e le continue gelosie provocate dallo stile di vita dell'attrice. La goccia che fa traboccare il vaso è la famosa scena del film "Quando la moglie è in vacanza" di
Billy Wilder, in cui Marilyn assiste impotente al sollevarsi della sua gonna fino al di sopra del ginocchio.
Dopo la rottura con
Marilyn Monroe, vengono attribuite all'ex giocatore di baseball una serie di fidanzate, e più volte i giornali di cronaca rosa ne annunciano le nozze. Nel 1957 si rumoreggia che Joe stia per sposare la bella Miss America, Marian Mcknight; in realtà non si sposerà mai più, rimanendo profondamente legato a Marilyn, e rientrando di fatto nella sua vita dopo la fine del matrimonio dell'attrice con il commediografo
Arthur Miller.
E' Joe DiMaggio ad assicurarsi delle dimissione di Marilyn da una clinica psichiatrica nel 1961. Marilyn lo raggiunge così in Florida. I due si dichiarano semplicemente amici, anche se i pettegolezzi riguardo un loro nuovo matrimonio si diffondono subito.
E' proprio il figlio di Joe a parlare a telefono con Marilyn la sera del suo suicidio, e a riferire che l'attrice gli sia parsa tranquilla. Durante il funerale dell'attrice il grande campione le confessa ancora una volta il suo amore e comincia ad inviare tutti i giorni sulla sua tomba sei rose rosse; conserverà questa romantica abitudine fino alla data della sua morte.
Nel 1998 Joe DiMaggio viene ricoverato per un cancro ai polmoni e rimane in ospedale per una lunghissima degenza, che dura ben 99 giorni: muore il 9 marzo del 1999, all'età di 84 anni.

Aforismi di Joe DiMaggio
«
Una persona, uomo o donna che sia, che dà sempre il meglio di sé, diventa un leader naturale, anche solo con l'esempio. »
«
C'è sempre qualche ragazzo che potrebbe venire a vedermi giocare per la prima volta. Per lui io devo dare il meglio di me. »
«
Quando il baseball non sarà più divertente, non sarà più da considerarsi un gioco. »

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