Tuesday, April 10, 2012

Nikki Anderson, da pornostar a dj a Brescia, dove l'ex pornostar vive da 7 anni

Anderson, Nikki con due “k” e Anderson come Pamela Anderson o Edward Anderson, fate voi, è una cui piace l’argent, beaucoup d’argent, sempre più d’argent, come dicono i francesi. Per cui, quando le chiedi perché si sia data al porno che aveva solo 19 anni, non fa una piega. «Soldi. Con la mia prima pellicola (La Piramide 3, ndr), ho comprato macchina e casa». Non fa una piega. Ecco, forse alle signore, il nome della diva dell’hard giunge nuovo. Chiedete ai maschietti. Tutti conoscono Nikki Anderson. Pure gli avvocati che, come dice lei, «Sono miei grandi fan, altroché. Ci provano sempre». Anche a Brescia, dove l'ex pornostar vive da 7 anni. Qui ha trovato l'amore della sua vita. Marco, un barman. Da Brescia vuole iniziare la sua nuova carriera di dj.

Nikki Anderson, da pornostar a dj a Brescia, dove l'ex pornostar vive da 7 anni

Già, perché Nikki è una delle porno star più conosciute al mondo. Ha interpretato film osè ovunque,Da pornostar a dj, la storia di Nikki    persino in Egitto, perché «una volta giravano un sacco di soldi, e i set si facevano dappertutto, a Bora Bora e in Egitto, appunto. Ho girato il mondo». Ha persino vinto due Hot d’Or, uno nel 1997 come miglior starlet europea e uno due anni dopo come miglior attrice.

La vita a Brescia. Basta porno. Perché?«Ero stufa. Prova a immaginare: tutti i giorni nuda, a condividere la mia intimità con un estraneo. All’inizio va bene, ma poi ti senti logora, vuota. Poi temevo di contrarre qualche malattia. Sul set ti sottopongono a controlli del sangue e tutto il resto, ma c’è chi imbroglia. E parliamoci chiaro: l’hard stava implodendo. Guarda come s’è ridotto ora: non ci sono più i cachet di una volta, colpa di You-porn e delle troppe attricette». Spenti i riflettori, Nikki s’è infilata maglioncini morigerati e s’è data alle ospitate in disco, con il giro del produttore Riccardo Schicchi. Ora, che lavora con un’altra agenzia e vuole fare la dj, s’è trasferita a Brescia, dove sette anni fa ha incontrato l’amore della sua vita, Marco, un ragazzo di qualche anno più giovane che fa il barman e l’accompagna ovunque vada e con cui per ora non intende metter su famiglia. Non che la città, e più in generale l’Italia, la entusiasmino: troppi pregiudizi, troppi sguardi volgari, troppe persone che sorridono con malizia quando la riconoscono, mentre in Ungheria o in America la mentalità è un’altra, «Nessuno ti giudica».

Ma veniamo al gossip. Fuori qualche veleno sui divi italiani dell’hard. Rocco Siffredi: «Uno str… Ti tratta come fossi un animale, non una donna. Non un filo di sensibilità, di tatto. E’ un egocentrico insopportabile. Sa una cosa? Gli attori italiani del porno sono i più incompetenti con cui abbia mai lavorato. Dei lazzaroni». Eva Henger: «E’ ungherese come me, abbiamo la stessa indole riservata e una storia simile, entrambe ci siamo tolte dal giro». Cicciolina: «Tempo fa mi ha chiesto di entrare in politica con lei. Ho rifiutato, anche se erano soldi facili». Perché? «Non mi andava di fare l’oca in Parlamento o in qualsiasi Giunta d’Italia. Sono una professionista, non una cialtrona». Un giudizio pure sulla sexy barista Laura Maggi: «Figuriamoci. Di quella non parlo. Non è mica seria, quella lì. Secondo me non sa fare i cappuccini, per questo si veste a quel modo. Non mi faccia dire altro perché sono una signora».

Nikki Anderson, da pornostar a dj a Brescia, dove l'ex pornostar vive da 7 anniNikki Anderson, da pornostar a dj a Brescia, dove l'ex pornostar vive da 7 anni

Alessandra Troncana | Corriere

Sunday, April 8, 2012

PENTIMENTO, bellissime frasi e messaggi: “Il rimpianto è il passatempo degli incapaci.” Ugo Ojetti

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Ho un solo rimpianto nella vita: di non essere qualcun altro. Woody Allen

Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avrete fatto, ma di quelle che non avrete fatto. Mark Twain

Ci sono molte cose che butteremmo via volentieri, se non temessimo che qualcun altro le raccogliesse.Oscar Wilde

E’ meglio pentirsi di ciò che si è fatto, o pentirsi per ciò che non si è fatto? Anonimo

Finchè dura il pentimento, dura la colpa. Jorge Luis Borges

Una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede. Ennio Flaiano

La parola più ragionevole che sia stata detta sul celibato e sul matrimonio è questa: qualunque cosa farai, te ne pentirai. Nicolas de Chamfort

La gelosia è il più grande di tutti i mali e quello che ispira meno pietà alle persone che la provocano. François de La Rochefoucauld

Il rimpianto è il passatempo degli incapaci. Ugo Ojetti

Nessuno mi ha mai detto che il rimpianto si sente come la paura. Clive Staples Lewis

In vecchiaia ci si pente soprattutto dei peccati non commessi. William Somerset Maugham

La parte preparatoria dei rimorsi, di solito, è abbastanza piacevole. Marcello Marchesi

Sposarsi o non sposarsi non è importante. In ogni caso ti pentirai. Socrate

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Thursday, April 5, 2012

Estetica del seno: Cinquant'anni fa la prima protesi; è il secondo intervento estetico più richiesto


Seno[1]MILANO - Si dice che per le donne il seno rappresenti, al pari dei capelli, una continua fonte di insoddisfazione: chi lo ha piccolo lo vorrebbe grande, mentre chi ha un aspetto giunonico preferirebbe qualcosa di meno appariscente e spesso coloro che non si lamentano delle dimensioni, lo fanno della forma. Questa potrebbe essere una spiegazione delle ragioni per le quali gli interventi di mastoplastica sono i secondi più richiesti al mondo (il primo è la liposuzione). A cinquant'anni dal primo intervento Bbc ha rivisitato le origini delle protesi al silicone, svelandone alcuni aspetti piuttosto sconosciuti.

UNA SACCA DI SANGUE - Franck Gerow, chirurgo del Jefferson Davis Hospital di Houston, in Texas, ebbe la folgorazione maneggiando un sacca di sangue in materiale plastico che, come ricorda Teresa Riordan, autrice di Beauty: A History of the Innovations That Have Made Us Beautiful (e giornalista del New York Times), gli diede la sensazione di toccare un seno femminile. Da quell'intuizione all'impianto della prima protesi il passo fu decisamente breve. Il test di esordio venne effettuato su una cagnolina, Esmeralda, che pur non mostrando segni di rigetto (fatto questo che portò Gerow a definire la sua protesi "innocua quanto l'acqua"), dopo alcuni giorni si strappò via i punti di sutura a morsi, ponendo fine alla sperimentazione.

chirurgia_estetica_seno[1]IL PRIMO INTERVENTO - Nella primavera del 1962 Gerow e il collega Thomas Cronin effettuarono il primo intervento di mastoplastica al silicone della storia sulla trentenne Timmie Jean Lindsay. In realtà la giovane aveva interpellato i medici soltanto per la rimozione di un tatuaggio e furono proprio i due chirurghi a chiederle di prestarsi come volontaria per quella sperimentazione, proponendole in cambio di correggere le sue orecchie a sventola. Quando Lindsay si risvegliò dopo l'operazione con un seno passato dalla misura coppa B a quella C fu entusiasta e lo fu ancora di più quando si accorse che passeggiando per strada attirava concupiscenti sguardi maschili.

LA PROTAGONISTA - Oggi Timmie Jean Lindsay, che per lungo tempo ha tenuto nascosto l'intervento ad amici e familiari, racconta che gli effetti esteticamente benefici dell'operazione alla quale si sottopose mezzo secolo fa sono durati all'incirca quindici anni, dopo di che l'azione del tempo ha iniziato a farsi sentire. «Pensavo che i miei seni sarebbero rimasti alti e sodi per sempre. Ma non è andata così - ha sottolineato l'ottantenne signora Lindsay - perché come quelli normali tendono a scendere verso il basso con l'avanzare dell'età». Ma la pioniera del seno aumentato è comunque felice di quel piccolo pezzo di storia, anzi due, che ancora custodisce all'interno del suo corpo: «E' bello sapere di essere stata la prima».

AL MOMENTO GIUSTO - Successivamente Gerow e Cronin presentarono la loro tecnica durante una conferenza della Società Internazionale dei Chirurghi Plastici che si tenne a Washington DC nel 1963 e l'entusiasmo che suscitò fu la più valida certificazione di avere tra le mani quello che sarebbe diventato un vero e proprio fenomeno sociale. Non bisogna dimenticare che in quegli anni il look procace di dive del calibro di Marilyn Monroe e Jane Russel faceva sognare gli uomini e provare invidia e desiderio di emulazione a molte donne. Inoltre quello fu anche il periodo nel quale iniziò la pubblicazione di Playboy, mentre la Barbie esordiva sugli scaffali dei negozi di giocattoli.

LE TECNICHE PRECEDENTI - Come ha descritto Teresa Riordan nel suo libro, a partire dagli ultimi anni del 1800 i medici hanno tentato in molti modi di assecondare le richieste delle donne che volevano ingrandire il proprio seno. Si iniziò con iniezioni locali di paraffina, pratica che venne ben presto abbandonata poiché la paraffina tendeva a infiltrarsi nei tessuti circostanti, con gravi danni per le pazienti. Tra gli anni Venti e Trenta si provò, anche questa volta senza successo, a spostare il grasso da altre parti del corpo al seno. Negli anni Cinquanta invece i chirurghi plastici pensarono che fosse sufficiente inserire qualcosa nel petto delle donne per raggiungere l'effetto desiderato. Poliuretano, cartilagini, spugne, legno e persino sfere di vetro però non portarono a risultati accettabili. Infine meritano un cenno le soluzioni non chirurgiche che oltre a migliaia di lozioni e pozioni prevedevano anche pompe per il sottovuoto, dispositivi di aspirazione e reggiseni imbottiti o gonfiabili.

AI GIORNI NOSTRI - Recentemente la Società Internazionale dei Chirurghi Plastici ed Estetici (Isaps) ha promosso un sondaggio, attraverso il quale ha invitato circa 20.000 specialisti di tutto il mondo a rispondere a un questionario nel quale veniva loro richiesto di elencare tutti gli interventi eseguiti nel 2010. Le risposte complete giunte all'Isaps sono state 698 e in base a queste sono state stilate delle graduatorie che evidenziano gli interventi più diffusi e la loro distribuzione geografica. Nel corso dell'anno oggetto del sondaggio gli interventi di mastoplastica sono stati 1.506.475, dei quali 333.648 negli Stati Uniti, 254.214 in Brasile, 85.099 in Messico e 75.225 in Italia, che chiude al quarto posto tra le nazioni più rifatte, ma raggiunge il terzo nella graduatoria relativa al numero di interventi rispetto alla popolazione totale, subito dietro Brasile e Grecia.

Emanuela Di Pasqua | Corriere della Sera

Wednesday, April 4, 2012

Wall Street Journal: Le misure di austerity in Italia stanno bloccando l’economia italiana

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ROMA - «Le misure di austerity in Italia stanno bloccando l'attività nella terza principale economia dell'eurozona, secondo quanto appare dai dati economici più recenti che dimostrano come queste misure sono controproducenti». Lo scrive oggi il Wall Street Journal Europe in un articolo di prima pagina dal titolo L'austerità in Italia rappresenta una minaccia per l'economia.

Il giudizio. Citando i dati diffusi dal Mef lunedì scorso sul fabbisogno in calo nel primo trimestre, il Wsj afferma che «i recenti aumenti delle tasse stanno aiutando l'Italia a tagliare il suo deficit ma al contempo stanno spingendo l'attività economica a contrarsi ancora più velocemente». Secondo il Wsj Europe «lo scenario che si sta scoprendo ora in Italia, Grecia e Spagna lascerà i paesi problematici dell'eurozona con percentuali di debito pubblico ancora più alte anche se realizzano sforzi dolorosi per ridurlo».

Il Financial Times. Del pacchetto di austerity approvato a dicembre da Monti parla anche il britannico Financial Times che in un trafiletto in prima pagina parla di luna di miele finita tra il premier e gli italiani. Il rigore - si legge sul giornale della City - fa sentire i suoi effetti sul prezzo della benzina e sulle bollette e la popolarità del governo ne risente.

Mercoledì 04 Aprile

Sunday, April 1, 2012

Ogni crisi un momento di crescita e/o sviluppo

In tempi di crisi ogni momento è buono per ripensare la propria vita. Oggi, domenica delle palme, il mio pensiero va tutti gli amici ed amiche che hanno perso il lavoro a causa della crisi. A voi dico: questa crisi può costituire un momento di grandi opportunità.
Sì, un momento di grandi opportunità, perché dove muoiono persino i grandi, possono nascere nuove iniziative per coprire quei campi che nel frattempo sono liberi. Ogni crisi, un momento di rinascita.
Forza ragazzi, è tempo di lottare.
Fondo affetto,
Kingamba Mwenho


Thursday, March 22, 2012

Calvizie/La cura: Identificata proteina responsabile perdita capelli

Calvizie/La cura: Identificata proteina responsabile perdita capelli

New York, 22 mar. - Individuata la proteina responsabile della perdita dei capelli. La scoperta potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti per contrastare la calvizie maschile. Lo studio della University of Pennsylvania è stato pubblicato sulla rivista 'Science Translational Medicine' e ha effettuato test sul cuoio capelluto di più di 20 uomini con calvizie, disturbo noto come alopecia androgenetica.

I risultati hanno mostrato che le zone calve avevano livelli di proteina PGD2 tre volte superiori ai livelli nelle aree ricoperte di capelli. I ricercatori sperano di sviluppare un trattamento in forma di crema o unguento capace di inibire l'attività della proteina. "I nostri risultati - ha commentato George Cotsarelis, a capo dell'indagine - porteranno direttamente alla creazione di nuovi trattamenti contro la causa più comune di perdita dei capelli negli uomini.

Il potenziale per lo sviluppo di formulazioni topiche è di grande interesse e sarà il nostro prossimo passo. Parliamo di risultati positivi e inaspettati, basati su precedenti ricerche effettuate guardando le cellule staminali dei follicoli piliferi". Studi futuri, ha concluso, "ci porteranno, inoltre, a verificare se l'inibitore della proteina potrà aiutare anche le donne che soffrono di alopecia". (Agi)

Tuesday, March 20, 2012

Roma Mercoledì: Aperitivo, Cena & Serata Disco, lista "BLACKISS" – Eventi Mercoledì a Roma

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