Wednesday, July 28, 2010

TECNOLOGIA MEDICA: Il robot-spia naviga nell'intestino e ora potrà anche portare le cure



In arrivo la nuova generazione di video-capsule per endoscopia, compresa l"Ikea" che si ingoia in pezzi e si assembla nello stomaco. Saranno telecomandate, avranno "arti" per il prelievo di tessuti e strumenti per rilasciare il farmaco nelle parti malate. L'annuncio dalla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa

di MARIARITA MONTEBELLI
C’eravamo appena abituati all’idea di essere operati da un robot telecomandato da un chirurgo, seduto alla consolle in un’altra stanza. Avevamo da poco digerito l’idea di rivelare i nostri segreti più ‘viscerali’ a una video-capsula che, ingoiata come una pillola, filma tutto il panorama lungo il suo viaggio attraverso l’intestino per poi consegnarlo ai chirurghi. Una vera e propria endoscopia senza tubi, capace di arrivare anche nei tratti irrangiungibili dell’intestino. Ma i ricercatori non si accontentano mai.

Ed ecco l’annuncio su Scientific American 1, ad opera di Paolo Dario e Arianna Menciassi, professori di robotica biomedica presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dell’arrivo prossimo venturo delle videocapsule di nuova generazione, con tanto di ‘zampe’, zoom e strumenti vari, guidate da telecomando wifi. Studiati per ora negli animali, i minirobot potrebbero essere presto pronti per le applicazioni umane. Il vantaggio, rispetto al transito ‘passivo’ della videocapsula, è che possono essere guidati fino a esplorare esattamente le aree che interessano il medico. Un po’ come quelle sonde inviate su Marte a raccogliere campioni di terreno, questi robottini ‘da interni’ potrebbero essere usati anche per prelevare frammenti di intestino malato, aiutando così i medici a scovare i tumori più nascosti e a dare un nome alle infiammazioni più misteriose. Ma anche essere inviati in missione di soccorso, ad esempio per rilasciare farmaci cura-ulcera o per tamponare emorragie.

Ma se la fantasia fa presto a volare lontano, la realtà si scontra con una serie di ostacoli che richiedono miracoli di tecnologia avanzata, da contenere in un aggeggio non più grande di un pesciolino di liquirizia. In particolare, le immagini inviate dal robot devono essere molto fedeli e trasmesse ad alta velocità, praticamente in tempo reale. Naturalmente poi le ‘batterie’ dei mini-robot devono durare almeno le 12 ore necessarie a completare il viaggio al centro dell’intestino, illuminandone anche gli angoli più reconditi, e assicurare l’energia necessaria a far muovere le minuscole 'zampette' per i tanti compiti che il ‘grande fratello’ chirurgo gli chiede di eseguire dall’esterno.

Non basta. Si è già a un passo dall’ultima frontiera, il robot ‘IKEA’, quello in grado di auto-assemblarsi all’interno del corpo. L’idea è quella di far inghiottire al paziente 10-15 capsule, ognuna delle quale contiene un componente miniaturizzato (es. videocamera, pinzette per biopsie, mini-bisturi, mini-cucitrici) con un paio di magneti alle estremità. Una volta all’interno dello stomaco, ben riempito d’acqua, i componenti vengono assemblati nella configurazione desiderata, guidati dalla forza invisibile di campi magnetici applicati dall’esterno, per poi procedere a veri e propri interventi chirurgici robotizzati e miniaturizzati, senza bisogno di fare neppure un buco nella pancia. Una volta completata la procedura chirurgica, il ‘braccio’ meccanico può essere smontato ed espulso a pezzetti dall’intestino.

Traguardi di una fantascienza ormai a portata di sala operatoria, grazie al lavoro di 18 gruppi di ricerca europei consorziati con il coreano Intelligent Microsystem Center (IMC), che rappresentano la risposta europea alla videocapsula ‘passiva’ israeliana, utilizzata nella pratica clinica da un decennio. Lo stesso Paolo Dario, dell'Univeristà di Pisa, ha inventato negli anni ’90 il primo robot da colonscopia dotato di auto-propulsore ed ha condotto studi pionieristici sulle video capsule robotiche wireless, in collaborazione con altri ricercatori europei e con i coreani di Microsystems Center. Arianna Menciassi è invece specializzata nella microingegneria applicata alle terapie minimamente invasive e in nanotecnologia medica. Ai ricercatori del Sant’Anna di Pisa è stato tra l’altro affidato il coordinamento scientifico e tecnico del progetto internazionale Vector (Versatile endoscopic capsule for gastrointestinal tumOr recognition and therapy). Repubblica.it

Tumori al colon, una scoperta italiana "Ecco la molecola che diffonde le metastasi"


La semaforina E3 è responsabile delle degenerazioni in alcune forme di cancro. Bloccandola si può evitare che la malattia si allarghi, ma il cammino verso il farmaco è ancora lungo. Lo studio dei ricercatori di Candiolo condotto per ora su cavie da laboratorio

di ADELE SARNO
ROMA - Si chiama semaforina E3 ed è una molecola che regola la produzione di metastasi nel melanoma e nel tumore al colon retto. La scoperta è in uno studio di un team dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, in provincia di Torino. "La semaforina agisce proprio come una chiave, una volta inserita nella serratura apre la porta alle metastasi. Bloccandola si può evitare che il cancro si diffonda nell'organismo", spiega il professor Luca Tamagnone, autore della ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Investigation.

La scoperta di questa famiglia di molecole rappresenta un passo in avanti nella cura della malattia. Le semaforine, infatti, regolano il movimento delle cellule, anche quelle 'anomale', e sono molto abbondanti nei tumori invasivi che formano metastasi. E la E3, in particolare, ha dimostrato di essere un ottimo indicatore.

Il trial clinico è ancora lontano. Per adesso l'esperimento è stato condotto in laboratorio su cavie. "Abbiamo osservato - spiega Tamagnone - che negli animali con melanoma e tumore del colon retto la semaforina, se presente in grandi quantità, agiva proprio come un segnale di via alla formazione delle metastasi. Bloccandola con un'altra semaforina modificata, anch'essa ricreata in laboratorio, il tumore smette di diffondersi e di contagiare altri organi". Va detto però che questo 'bloccante', così come è, ha molti difetti: non può funzionare nell'uomo, è molto difficile da produrre e non è stabile.

Nonstante ciò, Luca Tamagnone si dichiara soddisfatto: "Abbiamo scoperto uno dei meccanismi che innesca le metastasi e ne abbiamo inibito la funzionalità - dice - anche se siamo consapevoli che la strada per arrivare all'esperimento vero e proprio è ancora lunga. Dobbiamo trovare infatti un modo per testare la molecola anche nei pazienti". Insomma, per adesso i ricercatori hanno individuato il meccanismo ma perché i malati possano usufruire di farmaci mirati bisogna ancora aspettare.

Nello stesso numero della rivista è pubblicato un altro studio dell'istituto di Candiolo, che è finanziato dalla fondazione piemontese per la ricerca sul Cancro e dall'università di Torino. I ricercatori guidati da Alberto Bardelli hanno scoperto che l'Everolimus, un farmaco finora usato solo nel carcinoma del rene, è efficace anche in quelli del colon retto che presentano una particolare variante genetica.

Lavoro, no alla musica di sottofondo "Riduce le prestazioni intellettuali"



Gli studiosi dell'università di Cardiff ribaltano una consolidata certezza. I test effettuati con la colonna sonora ottengono sempre risultati inferiori rispetto a quelli svolti in ambiente silenzioso. E non conta la qualità e il gradimento dei brani

ROMA - Sarà pure una piacevole abitudine, ma la musica di sottofondo - classica, rock, jazz o soul che sia - non favorisce le prestazioni lavorative perché riduce la concentrazione e di conseguenza le performance cognitive. E questo a prescindere dal fatto che si tratti o meno della nostra musica preferita.

La tesi è il punto di approdo di uno studio condotto dagli psicologi Nick Perham e Joanne Vizard della University of Wales - Institute Cardiff, pubblicato sulla rivista Applied Cognitive Psychology.
Meglio allora sentire un po' di brani prima di iniziare a lavorare, suggeriscono gli esperti, per poi concentrarsi  sui nostri compiti adottando il silenzio come sottofondo.

La ricerca ribalta convinzioni diffuse e sostenute anche da studi scientifici. Per esempio, vari studi hanno dimostrato che la musica classica fa bene al cervello. In particolare, un lavoro diretto da Nicola Mammarella della facoltà di Psicologia dell'università "D'Annunzio" di Chieti, ha dimostrato che l'ascolto di brani musicali, meglio se di Antonio Vivaldi, potenzia la memoria degli anziani. Poi c'è il famoso "effetto Mozart", secondo cui la musica rende più intelligenti. In tempi più recenti, altre ricerche hanno rilevato che la musica sembra migliorare le performance fisiche degli sportivi (alla maratona di New York sono state proibite le cuffiette). Per non parlare dei tanti effetti terapeutici riconosciuti alla musica.

Più di uno studio addirittura l'ha promossa in sala operatoria dove sembra ridurre lo stress dei chirurghi e quindi, di fatto, aiutare il buon esito dell'intervento. Ora, però, la nuova ricerca rimette in discussione tutte queste certezze. I ricercatori gallesi, per arrivare alla loro tesi, hanno sottoposto a test di memoria un gruppo di volontari e chiesto loro di cimentarsi nei test o in un ambiente silenzioso o con il sottofondo della propria musica preferita, o ancora con un sottofondo musicale di brani che non erano di loro gradimento. Infine, i test sono stati eseguiti anche con un sottofondo di suoni non  musicali.

In tutti i casi, le prestazioni rispetto ai test sono risultate inferiori se la prova è stata svolta con un sottofondo musicale e indipendentemente dal fatto che si trattasse di brani graditi o sgraditi. Repubblica.it

Baci e abbracci in culla contro il futuro stress le coccole di mamma fanno adulti più forti


Baci e abbracci in culla contro il futuro stress
le coccole di mamma fanno adulti più forti

L'affetto materno è un'arma fondamentale per divenire adulti capaci di resistere alle tensioni quotidiane, più sicuri di sè, meno ansiosi e ostili. Lo psichiatra: "Il legame inizia già dal ventre materno". Ma attenzione a non adottare stili di vita malsani, potrebbero rovinare tutto

di ADELE SARNO
ROMA - Tensione, ansia, irritabilità, sbalzi di umore. In una parola stress. Un problema dei nostri tempi, tanto che solo in Italia colpisce sette persone su dieci, almeno secondo un recente studio dell'università La Sapienza di Roma e dell'Associazione italiana contro lo stress. Da tempo la scienza si chiede quale sia il modo migliore per combatterlo. Il Finnish forest research institute di Metla, in Finlandia, sostiene che lo stress si sconfigge con una gita in campagna o in montagna: merito degli ambienti verdi, gli unici in grado di ridurre le tensioni, migliorare l’umore, ridurre la rabbia e l’aggressività, rendendo le persone più felici. Gli effetti positivi si ripercuotono persino sul sistema immunitario: aumenta la quantità e l’attività delle cellule cosiddette natural killer, cioè quelle capaci di uccidere le cellule cancerose. Senza contare i benefici per cuore e muscoli.

Oggi un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, torna sul tema e tira in ballo la mamma. Secondo i ricercatori, la capacità di resistere allo stress da adulti è legata alla quantità di carezze e di affetto ricevute nei primi mesi di vita. Insomma, le coccole sono un'arma fondamentale per divenire adulti capaci di resistere alle tensioni quotidiane, per essere più sicuri di sè e meno ansiosi e ostili.

Per arrivare a questi risultati Joanna Maselko, della Duke University in North Carolina, ha selezionato 482 bebè e li ha seguiti nella crescita fino all'età di 34 anni. Gli psicologi hanno valutato il grado di affettività e di attaccamento materno quando il piccolo aveva solo otto mesi. Poi, a distanza di anni, con questionari ad hoc, hanno misurato il livello di salute psicologica di questi figli ormai divenuti adulti. Così è emerso che i bambini che hanno ricevuto più affetto da mamma sono adulti sicuri e forti, capaci di vincere gli stress della vita. Tali soggetti mostrano livelli di ansia e ostilità fino a sette punti inferiori a quelli mostrati dai loro coetanei le cui mamme non hanno instaurato coi figli ancora in fasce un legame altrettanto affettuoso. L'affetto materno, dunque, è un'ottima risorsa per crescere pronti ad affrontare la vita.

"Un buon rapporto con la mamma è fondamentale per la crescita di un bambino sano - conferma Claudio Mencacci, psichiatra all’ospedale Fatebenefratelli di Milano - basti pensare che il legame inzia già dal ventre materno. Un atteggiamento dolce e accogliente rende il bambino meno vulnerabile, lo fortifica e lo libera dall'ansia che troppo spesso causa stress". Insomma, ha ragione l'epigenetica: non tutti i caratteri ereditati dai genitori dipendono dal Dna, per questo è importante controllare che la gravidanza avvenga in maniera più serena possibile. "E gli effetti benefici sul bambino non riguardano soltanto la salute psicologica, ma anche quella fisica. Studi molto recenti - dice Mencacci - suggeriscono che un rapporto affettuoso con i genitori nei primi mesi di vita difende il bambino da diabete e dalle allergie".

Va detto però che le coccole di mamma non arrivano dove l'ex bambino, ormai diventato adulto, soccombe a stili di vita malsani. "Oggi riceviamo mille stimoli - dice Mencacci - tutti i giorni siamo destinati ad avere molte più richieste di quelle che possiamo soddisfare. E così, più deboli, abusiamo di fumo e alcool, mangiamo male, soffriamo di disturbi del sonno. Tutti fattori che contribuiscono a stressare il fisico. E così anche se la mamma ce l'ha messa tutta, può vincere la frenesia della quotidianità. E i genitori non sono colpevoli, anzi, hanno il diritto alla fuga".

Wallpaper de Eva Longoria, Hot pics sulla rivista Maxim





Master sull'immigrazione: Fenomeni migratori e trasformazioni sociali - Mama Africa 2010: Intercultura in Lunigiana

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Amara Lakhous all'Isola Tiberina

Roma, 29 luglio 2010 - ore 21:00
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Roma, 30 luglio 2010 - ore 21:00
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Manifestazione
Mama Africa 2010: Intercultura in Lunigiana
Massa Carrara, fino al 1. agosto 2010 

Convegno CEM Mondialità
Adesso! Dalle paure al coraggio civile, 
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San Marino 26 - 30 agosto 2010
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Evento
Festival Internazionale Adriatico Mediterraneo 2010
Ancona, 29 agosto - 5 settembre 2010 

Intercultura
Quarto Seminario Nazionale di Educazione Interculturale: 
Per un curricolo interculturale: quali matematiche, 
scienze, letterature ed immagini?

Senigallia (An), 3 - 5 Settembre 2010
Rotonda a mare - Lungomare Dante Alighieri 

Manifestazione
Oriente Occidente, incontro di culture
Rovereto, Trento 2-12 settembre 2010 

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The Hague (NL), October 3-4, 2010 

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25th Congress of the Union Européenne 
des Arabisants et Islamisants

Naples, September 8 – 12, 2010 

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Cous Cous Fest 2010: What a colorful World
S. Vito Lo Capo, 21 -26 settembre 2010 

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Mediterraneo: un viaggio d'arte di terra e di mare
Savona, fino al 31 agosto 2010
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Materiali on line
In-Sicurezza, i nuovi provvedimenti sull'immigrazione,
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Atti del Convegno di Bologna, 4 dicembre 2009 

Materiali on line
Cittadini stranieri a Bologna: i Cinesi
Comune di Bologna, Maggio 2010 

European Media Encounter
Media, intercultural dialogue & fight 
against discrimination - Cross-reports from Turkey
Istanbul (Turkey), 29 November 2010 – 2 December 2010 

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Master sull'immigrazione: Fenomeni 
migratori e trasformazioni sociali

Venezia, Univ. Ca' Foscari
Anno Accademico 2010/2011 

Opportunità internazionali
Borse di ricerca per il Giappone
Scadenze: varie, dal 30 Agosto 2010 

Formazione
Corso di formazione per Volontari 
che insegnano italiano L2 ad adulti

Milano, settembre 2010
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Bando
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Festival di cortometraggi

Sarnico (Bg), 19 - 20 novembre 2010 

RISORSE
Permesso di soggiorno. Gli scrittori stranieri raccontano l'Italia
a cura di Angelo Ferracuti
Ediesse 2010

Queste sedici storie, raccontate da alcuni tra i più significativi scrittori migranti che scrivono in lingua italiana, tutti residenti nel nostro paese, vogliono essere uno sguardo a più occhi e a più voci sull'Italia di oggi. Ne scaturisce uno scenario spietato, a volte molto amaro, dove gli «italiani brava gente» spesso ne escono con le ossa rotte. Gli autori vengono da Romania, Argentina, India, Cina, Egitto, ...  (leggi)
 
 
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[Mondo Futuro News] Hollywood Milano: Scandalo cocaina: spunta fuori il nome ...

Negli ultimi giorni non si fa altro che parlare dello scandalo cocaina che avrebbe coinvolto in particolare due discoteche di Milano, frequentatissime dai volti celebri dello spettacolo italiano. Uno scandalo che ha portato alla luce rivelazioni shock dove svariate soubrette e show-girl hanno ammesso di aver fatto uso di droga.

Dopo Belen Rodriguez, ora, dalle testimonianze raccolte nell'inchiesta condotta dalla Procura di Milano, spunta fuori anche il nome di Elisabetta Canalis.
"Mi è capitato di fare uso di cocaina insieme ad altre persone tra cui Elisabetta Canalis, un tale Camillo Saviola, un certo Eliseo ed anche un tale Gianfri e altre persone dello spettacolo, normalmente si tratta del cosiddetto giro del The Club". Questo è quanto ha dichiarato al pm di Milano, Frank Di Maio, Karima, la modella francese ascoltata il 21 ottobre del 2008.
La fidanzata di George Clooney viene così chiamata in causa in una inchiesta che, a quanto pare, coinvolge una buona parte dello show-biz italiano. Intanto Belen Rodriguez, dopo le dichiarazioni uscite ieri, sembrava correre il rischio di non poter più condurre il Festival della Canzone. Ma forse c'è un dietrofront del sindaco di Sanremo, Maurizio Zoccarato: "Nella conferenza stampa non si doveva parlare di Belen, l'argomento è uscito fuori e, dato che a me era stato comunicato che il caso era simile a quello di Morgan dell'anno scorso, ho detto: 'Se la situazione è come quella, allora il metodo deve essere lo stesso', e poi ho aggiunto che mi sarei documentato. Cosa che ho fatto, e ho capito che la situazione è diversa". "Come amministrazione di Sanremo - ha dichiarato il sindaco all'Ansa - siamo convinti che, per presentare il festival, ci voglia un'immagine adeguata. Ma Belen rimane una persona che non è indagata è stata solo sentita come testimone".

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Postato da MF/News su Mondo Futuro News il 7/28/2010 05:16:00 PM